QUALI SONO STATE LE PAROLE PIÙ ABUSATE DEL 2020, QUALI QUELLE DA DIMENTICARE E QUALI QUELLE CHE CI PORTEREMO DIETRO?
PER SCOPRIRLO, TRA CONFERME E RIVELAZIONI, WIKO HA CONDOTTO UN SONDAGGIO ALL’INTERNO DELLA SUA INSTAGRAM COMMUNITY
Lockdown e “Andrà tutto bene” conquistano il primato delle parole da cancellare, mentre in ambito tech e social si fanno sempre più spazio streaming e 5G
Se i buoni propositi hanno già preso il volo, ora è tempo di bilanci e di tirare le somme. Il 2020 – con la sua nomea di anno bisestile – finalmente si è chiuso e il 2021 sembra aver già portato una ventata di cauto ottimismo.
Per ripercorrere le tappe del 2020, Wiko – il brand franco-cinese di #smartphone – ha coinvolto la sua community di Instagram in un nuovo #sondaggio. Quali sono state, dunque, le parole più usate e abusate dell’anno appena concluso? Cosa ci porteremo dietro? E, infine, con un’attenzione in più al mondo tech e social, quali saranno le keyword del 2021?
Non si può non partire da un’assoluta conferma: il 2020 in una parola ha significato lockdown per il 62% dei rispondenti. Da marzo a maggio, con una ripresa dopo l’estate, la chiusura di tante attività commerciali, ricreative e culturali ha davvero sconvolto l’anno, lasciando la parola DPCM con il solo 38% delle scelte.
La frase da cancellare invece portava con sé un messaggio di speranza. Inizialmente amata ed esposta su tutti i balconi, colorata con i toni dell’arcobaleno, è stata investita con il passare dei mesi di una certa scaramanzia. “Andrà tutto bene”, secondo il #sondaggio condotto da #wiko, è assolutamente da cancellare dal 2020 per il 78% dei rispondenti. Resilienza convince solo il restante 22%.
È uno “pseudoanglicismo” la parola più abusata dell’anno appena concluso. Smart working, espressione che in inglese invero non esiste, ha coinvolto migliaia e migliaia di persone. Tra meeting e call da remoto, c’è chi l’ha amato permettendo maggiore flessibilità, chi meno sentendosi isolato e privato della socialità e del confronto vis-à-vis del lavoro, in entrambi i casi è stato sulla bocca di tutti. Con il 70% dei voti, smart working è l’espressione più abusata del 2020, battendo l’acronimo tutto italiano Dad (didattica a distanza) fermo al 30%.
Quando si tratta di bannare e cancellare per sempre una parola o termine dal 2021, allora, la sfida si fa più dura. Secondo la survey di #wiko, ‘distanziamento sociale’ supera solo di misura l’ansia da ‘nuovo bollettino’, con un testa a testa che si conclude con un 52% vs 48%.
Cosa accade invece in ambito tech e social, i territori più vicini e affini al brand #wiko e al suo modo di comunicare?
I rispondenti al #sondaggio hanno richiesto al nuovo anno, con il 78% dei consensi, sempre più streaming e dirette social. Il podcast, fenomeno sempre più coinvolgente, si arresta al 22%.
Parlando di #smartphone, non può non essere 5G l’espressione che per il 76% dei rispondenti della community Instagram di #wiko monopolizzerà il 2021. Rallentato dagli avvenimenti del 2020, il 5G sarà l’oggetto delle discussioni più accese del nuovo anno. Decisamente meno appealing i confronti su quad cam e maxi schermi che conquistano solo il 24% delle scelte.
Tra rappresentazione di una realtà artificiosa e voglia di spontaneità, il #sondaggio di #wiko dà conferma della cosiddetta “rivoluzione estetica” che sta coinvolgendo da tempo i principali social network. L’hashtag da eliminare nel 2021 è #instacool per il 67% dei rispondenti al #sondaggio. È finito il tempo dell’ostentazione e della coolness a ogni costo. #Nofilter che sta invece a rappresentare il bisogno di naturalezza piace e convince ancora (33% voti).
Guardando al futuro, il #sondaggio condotto da #wiko ha evidenziato quale fosse la parola su cui investire di più nel 2021. Anche in questo caso, i risultati sono davvero lo specchio dei tempi. Vuoi per la giovane età della community Instagram di #wiko, vuoi per la enorme visibilità delle recenti manifestazioni ambientaliste, ‘sostenibilità’ raccoglie il 60% dei consensi, con una ‘innovazione’ stabile al 40% delle scelte.
In una sola parola, infine, cosa ci riserverà questo 2021? Qui il panel si divide perfettamente a metà: sarà ‘speranza’ per il 50% dei più ottimisti e ‘incertezza’ per il restante 50% dei più cauti.
Non resta che vivere l’anno e vedere chi aveva ragione.