Slow Wine Fair 2025: Sostenibilità e Call to Action nel Vino
ALLEGGERIAMO LE NOSTRE BOTTIGLIE: UN PESO MINORE SUL PIANETA, UN PASSO IN AVANTI PER LA SOSTENIBILITÀ DEL VINO
La Slow Wine Fair 2025 amplia il focus dalla fertilità del suolo e dalle pratiche agricole – che restano comunque pilastri centrali della sua narrazione – per concentrarsi anche su ciò che accade in cantina e in magazzino. L’attenzione si sposta sul momento in cui il vino viene imbottigliato, spedito e preparato per raggiungere enoteche, ristoranti e, infine, le nostre tavole.
Ogni chilogrammo di vetro genera 2,7 kg di CO2 (fonte: BanfiVines). Il peso delle bottiglie incide sia sui costi di produzione del vino sia sulle emissioni di CO2, sia durante la lavorazione che nel trasporto. Ridurre il peso delle bottiglie permetterebbe di diminuire significativamente l’impatto ambientale, soprattutto considerando che ogni anno se ne producono oltre 30 miliardi. Inoltre, il vetro deriva da una risorsa naturale, la sabbia, il cui utilizzo non può essere illimitato.
Invito all’azione
«Il packaging e gli imballaggi hanno un impatto che solo apparentemente è secondario – ha affermato Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia durante “Packaging: la tua scelta ha un peso!”, una delle molte conferenze sull’argomento che animano il programma di Slow Wine Fair 2025 -. Per portare avanti questo impegno, da Slow Wine Fair lanciamo una Call to Action, cui hanno aderito già molti consorzi e che invitiamo tutte e tutti a firmare, e forniamo strumenti preziosi, un vero e proprio kit degli attrezzi utile ad approfondire questa tematica».

«Le richieste della call to action sono semplici, precise, e possono essere riassunte in questi punti chiave:
Indicazione del peso della bottiglia direttamente in etichetta o tramite QR code per i vini fermi.
Adozione di bottiglie leggere entro il 2026, con un peso medio inferiore a 450 g per 0,75 litri.
Massima trasparenza da parte dei produttori, invitati a segnalare gli sforzi compiuti per ridurre il peso delle bottiglie.
Secondo alcuni studi (Hirlam et al. 2023), il trasporto e l’imballaggio in vetro rappresentano circa il 74% dell’impronta carbonica del settore vinicolo, mentre viticoltura e vinificazione contribuiscono ciascuna per il 13%. Il packaging si configura quindi come una criticità significativa. L’inquinamento globale sta spingendo i legislatori verso normative sempre più restrittive sugli imballaggi. Paesi come Inghilterra e Scandinavia sono già all’avanguardia, mentre altrove nuove proposte sono in fase di approvazione.
Slow Food si rivolge a tutta la filiera produttiva, ma il cambiamento richiede l’impegno di distributori, enotecari e ristoratori, chiamati a promuovere soluzioni sostenibili e sensibilizzare i consumatori. È fondamentale anche superare false convinzioni e narrazioni fuorvianti, come l’associazione tra bottiglie più pesanti e vini di maggior qualità.
La Slow Wine Fair è stata l’occasione ideale per presentare Unpacking Wine, la guida realizzata da Slow Wine in collaborazione con Porto Protocol. Questo progetto racchiude le testimonianze e le esperienze virtuose di numerosi produttori provenienti da diversi continenti, raccolte nel corso degli ultimi anni. L’obiettivo è offrire un kit di strumenti pratici per aiutare i consumatori a compiere scelte più consapevoli nel mondo del vino, supportare i produttori impegnati nel cambiamento e fornire risorse utili a chi il vino lo racconta e lo commercializza.
La bottiglia di vetro rappresenta sicuramente l’elemento più visibile, su cui si concentra la call to action della Slow Wine Coalition. Tuttavia, anche altri aspetti del packaging primario meritano attenzione e riflessione. Durante i numerosi incontri della Slow Wine Fair, dedicati principalmente ai professionisti del settore vinicolo e ai fornitori, si approfondiscono temi legati a tappi, capsule, etichette e altri componenti. Ogni dettaglio, se affrontato con approcci innovativi e sostenibili, può contribuire concretamente alla riduzione delle emissioni e all’impatto ambientale del vino.