In zona rossa tra covid e polveri sottili
Ecco, il lockdown ora è quasi completo.
Il merito, o la colpa (dipende dai punti di vista ), non è però dell’ennesimo DPCM, anche perché il Piemonte già vive da qualche giorno in zona rossa.
Bensì dell’applicazione delle misure antismog che prevedono da oggi limitazioni alla circolazione dalle 8 alle 19 dei veicoli Diesel fino a Euro 5 e benzina fino a Euro 1.
Per il trasporto merci in vigore il divieto per i Diesel con omologazione Euro 3 e Euro 4, dalle 8 alle 19. Escluso chi è impegnato nella gestione dell’emergenza Covid-19.
Ci mancherebbe altro, diciamo noi.
Il divieto riguarda circa 800 mila veicoli in tutto il Piemonte
Insomma, ancora più “rinchiusi”, rispetto a quello che già le normative previste per limitare il contagio da Covid-19 richiedono.
Questo perché la concentrazione delle polveri sottili nell’aria ha superato i 50 microgrammi al metro cubo per più di quattro giorni consecutivi.
Penalizzare le auto non è la soluzione
Ancora una volta è più facile porre dei divieti, piuttosto che risolvere a monte una situazione già conosciuta da tempo. Penalizzare le auto non è la soluzione. Forse la soluzione andrebbe cercata in provvedimenti efficaci per svecchiare il parco circolante di veicoli, anche per il trasporto pubblico o quello delle merci. O piuttosto cercare dì modernizzare certi impianti di riscaldamento troppo vecchi, che senza dubbio contribuiscono a generare polveri sottili. E ancora, porre rimedio a condizioni che si verificano ogni volta che non piove per lungo tempo.
Anche perché le restrizioni previste per la zona rossa hanno di fatto già notevolmente ridotto il traffico, confermando che le polveri sottili non sono solo il risultato della circolazione dei veicoli. Oltre tutto, non pare proprio saggio aggiungere disagio a una situazione già difficile con un’emergenza continua con cui convivere quotidianamente.
Oggi l’automobile rappresenta il mezzo più sicuro per muoversi senza troppi pericoli.
Proprio perché con i trasporti al 50% una misura di questo tipo rischia di generare nuovamente un sovraccarico del trasporto pubblico, che è uno degli ambiti più a rischio di generare contagio.
Una situazione assurda un po’ come quella di chiudere le scuole per ridurre il problema del sovraffollamento, in particolare di nuovo sui mezzi pubblici.
Ma non andiamo oltre. “Life is passion”, diciamo noi. Non vorremmo però che questa volta si traducesse nell’accezione più pura del termine di patimento e sofferenza.