Elettrica o no, sarà questo il vero futuro dell’automobile ?
Elettrica o no, sarà questo il vero futuro dell’automobile ?
Sembra più una scelta dettata da una certa ideologia politica che da una vera convinzione tecnologica, quella che il Governo ha indicato come la strada verso lo sviluppo definitivo della mobilità sostenibile. Una direzione certamente apprezzata da chi si era buttato a capofitto nello sviluppo dell’elettrico, ma che sicuramente mette in mostra la miopia di chi insiste su un’innovazione ( sempre che così si voglia definire , dato che esiste da un bel pezzo) tecnologica, che rappresenta oggi il 2 per cento del mercato, e se ne frega di tutto il resto.
Peraltro, in momento come questo in cui il Covid- 19 ha completamente distrutto un comparto vitale per il nostro Paese.
La discussione al terzo webinar di #FORUMAutoMotive
I limiti di queste scelte governative, i possibili sviluppi e soprattutto un’attenta analisi della situazione, alla ricerca delle risposte corrette per ridare vitalità al settore automotive, sono stati oggetto del terzo appuntamento con #FORUMAutoMotive, l’iniziativa dedicata al mondo dell’automotive promossa dal giornalista Pierluigi Bonora che, sfruttando le opportunità offerte dall’era digitale si è lanciato con successo definitivamente sul web.
Il tema affrontato ( “Auto e sostenibilità, a lezione di mobilità “green””) da Bonora e dai suoi numerosi ospiti in studio, a cominciare da Geronimo La Russa, presidente di Aci Milano, Alberto Caprotti, giornalista, inviato speciale e responsabile delle pagine dedicate ai motori di Avvenire e Andrea Crespi, direttore generale di Hyundai Italia, ha messo in evidenza parecchie contraddizioni.
C’è una grande opportunità da sfruttare che rischia di andare sprecata da scelte tecnologiche cieche, che non tengono conto della possibilità di adottare soluzioni con tutte le carte in regola per combinare ripresa, mobilità, “pulizia” dell’aria e svecchiamento del parco circolante.
Insomma, senza un intervento forte e concreto da parte del Governo per il settore dell’auto si prospetta non solo una mancata ripartenza, ma il rischio concreto di un vero tracollo.
Il mondo politico non capisce o fa finta di non sentire ?
Ad aprire il dibattito è stato, come sempre, Pierluigi Bonora, secondo il quale “Il momento è particolarmente delicato perché buona parte della politica dimostra di non capire l’importanza del settore”. Oppure, aggiungiamo noi, il Governo è troppo preso da altri pensieri, oppure stimolato da troppe aspettative verso l’elettrico, tanto da non vedere quanto possa essere pericoloso puntare solo su quella tecnologia, senza dimenticare i rischi generati dalle polemiche sugli incentivi, che di fatto paralizzano la ripartenza.
Dello stesso avviso Geronimo La Russa, presidente di Aci Milano, per il quale “ bisogna guardare problema nella sua interezza; solo in questo modo si possono trarre benefici anche per l’ambiente”.
Il giornalista Alberto Caprotti ha invece analizzato la pericolosità delle indecisioni del Governo.
“Occorrono atteggiamenti costruttivi; gli incentivi, di norma, non sono una soluzione, ma in questo momento sì. Però vanno fatti, non solo annunciati, poiché il semplice annuncio di un incentivo blocca il mercato”.
A chiarire le cose è stato , in rappresentanza dei costruttori, Andrea Crespi, direttore generale di Hyundai Italia.
“Nessuno vuole assistenzialismo – ha esordito – ma serve un innesco per fare andare le cose come devono. L’intervento deve essere immediato, come avvenuto in altri mercati che sono già ripartiti, tuttavia non si può pensare di concentrare benefici su un segmento che rappresenta solo il 2 per cento del mercato e abbandonare al suo destino il restante 98 per cento”.
L’auto elettrica non basta
A confermare che il propulsore elettrico non possa garantire da solo la spinta per la ripartenza auspicata da tutti, è stato Mauro Tedeschini, giornalista, fondatore di Vaielettrico, fermamente convinto del potenziale di questa soluzione.
“Bisogna uscire dagli slogan – ha detto- ed è evidente che la svolta elettrica dovrà essere accompagnata per molti anni dai motori convenzionali. In ogni caso è certo che la via sarà questa perché tutti i costruttori stanno investendo grandi capitali, molti più di quanti ne abbiano utilizzati per altre soluzioni tecnologiche”.
Massimo Ghenzer, presidente di Areté-Methodos, attacca senza mezze misure il Governo: “Chi è contro l’auto è contro il sistema economico italiano. Le auto elettriche hanno prezzi elevati per l’automobilista medio: lo sanno tutti. meno chi prende le decisioni”.
I carburanti dalle grandi potenzialità
Anche il terzo appuntamento on line di #FORUMAutoMotive ha fornito l’occasione per dare voce ai rappresentanti di aziende impegnate nella fornitura di carburanti classici e alternativi, con grandi potenzialità dal punto di vista ambientale.
Per Daniele Bandiera, amministratore delegato di IP, “la sensazione è che in questo momento, al di là delle forme di alimentazione, l’auto sia diventata un problema gigantesco, mentre è il veicolo più sicuro contro il contagio. Non bisogna ragionare in funzione di sogni ma agire sul parco auto attuale e al suo rinnovamento, e pensare a un piano industriale per produrre in Italia, dove ci sono competenze per farlo.”
Secondo Daniele Lucà, Senior Vice President Global Sustainable Mobility di Snam, una soluzione già a portata di mano è rappresentata dalla “bio-mobilità”, in quanto “le infrastrutture e le auto a gas possono abilitare una transizione efficiente verso una mobilità più green e rinnovabile attraverso il biometano”.
L’idrogeno, però, sembra rappresentare sempre di più la fonte del futuro. “L’idrogeno rappresenta una grande opportunità per un Paese come il nostro, molto avanzato nella gestione dei gas.
Crediamo molto in questa soluzione e lo dimostriamo investendo buona parte dei 10 milioni che ogni anno destiniamo alla ricerca” – ha affermato Cristiano Musi, Amministratore Delegato di Landi Renzo.
Dominare l’incertezza. Lo scenario italiano post pandemia
E’ questo il titolo della diciassettesima edizione del Global Automotive Outlook di AlixPartners, tenuto ancora una volta a battesimo dal webinar di #FORUMAutoMotive. Il managing director Dario Duse ha illustrato i risultati dello studio che prevede “come il graduale ritorno ai livelli precedenti alla crisi – che in Italia richiederà almeno quattro anni – sarà accompagnato da un continuo allontanamento dai modelli tradizionali.
La guerra ai motori diesel, insieme all’aumento delle vendite di Suv, hanno però contribuito all’inversione del trend di riduzione delle emissioni di CO2. Per questo motivo l’introduzione di incentivi correttamente strutturati potrebbe aiutare la ripartenza, garantendo la riduzione delle emissioni”.