Edo, il cowboy di Genova
“Sogno un’azienda agricola tutta mia o con gli amici. Le possibilità sono tante. Il mio futuro è comunque legato alla natura”.
di Ivana Quattrini
Edoardo Paolo Motta detto Edo ha 20 anni. Nato a Genova, frequenta il secondo anno all’Università di Scienze e Tecnologie Agrarie di Torino. Ha superato quasi tutti gli esami. Tra gli esami più difficili cita botanica ed entomologia. Due corsi fondamentali per le conoscenze di base di agricoltura e ambiente.
La scelta di questo percorso di studi è stata molto semplice. Non ha mai avuto dubbi.
Edo ha seguito la sua passione per la natura e gli animali e ha puntato dritto all’obiettivo.
Cowboy fin da piccolo
La passione di Edo per gli animali nasce quando era molto piccolo. Durante il periodo estivo la sua famiglia andava a campeggiare in montagna, precisamente in Val Varaita, sulle montagne cuneesi.
Quasi tutto l’arco alpino, specialmente quello di Cuneo e Torino, è frequentato da generazioni di malgari (ndr. addetti al pascolo e alla custodia del bestiame di una malga), che in primavera e in estate portano le mandrie a pascolare in montagna.
In una singola vallata si possono incontrare decine di allevatori, con centinaia di capi ciascuno. E’ quindi inevitabile finire per interagire con questo mondo.
Vicino al campeggio selvaggio dove piantavano la tenda, c’era una piccola baita abitata d’estate da una famiglia di malgari. Edo andava spesso a comprare formaggio e burro fresco con mamma, papà e i suoi due fratelli. Col passare del tempo le due famiglie diventano molto amiche.
Il piccolo Edo, superato il timore iniziale dei grandi animali, inizia a frequentare sempre più assiduamente la famiglia dei malgari. Dorme e vive a casa loro e anziché giocare, preferisce seguire tutte le pratiche e i lavori in malga, soprattutto la gestione dei bovini. In questo modo apprende tecniche primordiali, mungitura a mano, pascolo e cura degli animali.
Da allora Edo trascorre almeno una ventina di giorni con gli amici malgari e li aiuta nel lavoro estivo e nella transumanza in primavera e in autunno. Si mette in marcia con loro e trasferisce gli animali attraverso strade, fiumi, mulattiere e sentieri per portarli in alpeggio e viceversa.
Il parto della mucca
“Ciò che mi appassiona di più, senza considerare il contatto con gli animali e le piante che per un ragazzo di città non sono all’ordine del giorno, è la dedizione che le persone mettono in questo lavoro 24 ore su 24, 365 giorni all’anno”.
Il parto di una vacca è sicuramente una delle emozioni più grandi che si possono provare facendo l’allevatore. Nel corso degli anni Edo assiste a tantissimi parti attesi e inaspettati, facili e difficili. Non sempre a lieto fine, ma pur sempre un evento atteso con grande ansia.
Il parto racchiude tutti i sacrifici e il lavoro che l’allevatore compie durante tutta la gravidanza.
La demonticazione
In autunno quando ormai sui pascoli non c’è più erba per il bestiame e le prime precipitazioni si trasformano in neve arriva il momento della demonticazione, ossia la transumanza al contrario con la discesa delle mandrie dai pascoli estivi verso la pianura del Cuneese dove le condizioni climatiche sono ancora clementi, per poi dirigersi verso le stalle dove si aspetta il passare dell’inverno.
Questo periodo dell’anno non è sempre il benvenuto perché significa dover lasciare le montagne e le vecchie tradizioni del pascolo verso un allevamento sempre più meccanizzato e industriale.
E’ comunque un momento di festa nel quale le vacche più belle vengono agghindate con particolari campanacci e fatte sfilare per i paesi che separano i pascoli dal fondo valle.
Quando arriva il momento della demonticazione per le strade è un continuo passaggio di mandrie.
Il sogno di Edo
Il grande sogno di Edo è quello di aprire una sua azienda agricola, magari un allevamento estensivo con animali allo stato brado. Non è di certo una cosa facile, soprattutto cominciando da zero.
Sicuramente una possibilità è la continuazione del vigneto di famiglia a Viagrande, (CT) in Sicilia, dove si produce un ottimo Etna Rosso.
Le possibilità sono tante. Comunque qualcosa sempre legata al mondo agricolo.
Giovani e agricoltura
“Per quanto riguarda il ritorno all’agricoltura dei miei coetanei, personalmente non ne conosco molti, o meglio non ne conosco molti già inseriti in un contesto agricolo-naturale. Sicuramente nei giovani c’è più consapevolezza per quanto riguarda il rispetto della natura (ecologia – riciclo), ma pochi sono disposti a sporcarsi le mani con la terra.”
Stando all’Osservatorio Giovani Agricoltori di Nomisma-Edagricole, il binomio giovani ed agricoltura funziona. Alcuni hanno raccolto il testimone di famiglia, altri hanno individuato nuovi settori.
Le aziende agricole under 35 sono quelle più innovative e portano più valore aggiunto grazie al mix di preparazione, nuove tecnologie e interconnessione.
E’ indubbiamente un lavoro impegnativo e ci vuole molta determinazione, coraggio e motivazione. Ci sono inoltre molte barriere da superare, fra le prime quella del capitale da investire per partire con l’attività.
Si possono però ottenere anche soddisfazioni, esperienze vincenti e grandi successi.
Il motore però è sempre lo stesso: la passione. Come quella che anima Edo.