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Gloria Carpinelli D’Onofrio – La Signora del Pisco

Life is Passion Blog Travel Gourmet, ancora in un viaggio virtuale. Questa volta alla scoperta del Pisco, la bevanda simbolo del Perù e non solo. Storia di un distillato con quattro secoli di storia alle spalle e una tradizione che si tramanda da più generazioni.

E’ Pisco. Guai a chiamarla Grappa!

Guai a chiamarla “Grappa” ! Caso mai si tratta di acquavite, anzi della miglior acquavite d’uva del mondo.
Ecco questa è la bevanda nazionale del Perù, che custodisce nel suo straordinario aroma e nella trasparenza del suo colore una storia secolare. E’ il Pisco, un puro mosto d’uva che viene distillato goccia dopo goccia con la sapienza di chi ha alle spalle generazioni di artigiani che risalgono all’inizio della produzione intorno al XVI secolo nelle calde valli del Perù.

Gloria Carpinelli D’Onofrio – La Signora del Pisco

Abbiamo avuto l’opportunità di percorrere un viaggio attraverso i segreti e la storia di questo straordinario prodotto in compagnia di Gloria Carpinelli D’Onofrio, che da alcuni anni svolge il ruolo di Portón Brand Ambassador e, attraverso la sua impresa Inebria s.r.l.s., distribuisce a livello nazionale i prodotti La Caravedo Portón. Ma, soprattutto, è appassionata di tutti i prodotti più tipici e caratteristici della cultura culinaria peruviana e profonda conoscitrice del Perù, avendolo attraversato in lungo e in largo più di una volta. Originaria di Lima, da tempo è in Italia, dove si è laureata in Lingue e Letterature Moderne all’Università degli Studi di Torino, e con passione ha sempre seguito la cultura peruviana e latino-americana, partecipando a eventi culturali e seminari, con il grande sogno di unire, almeno sotto il profilo dell’arte culinaria, quella cultura alla grande tradizione culturale gastronomica dell’Italia.

Che cos’è il Pisco

Il Pisco è sicuramente uno dei distillati d’uva più raffinato al mondo. E’ un liquore ricco di gusto, aroma e corpo con un’apparenza chiara e trasparente. E’ ricavato da succo puro d’uva fermentato e distillato, senza alcuna aggiunta di altri elementi.
Per produrre il Pisco vengono utilizzate soltanto le uve pisqueras, che variano a seconda delle regioni, dei climi e dei terreni, lungo la costa meridionale del Perù, tra Lima e Tacna. Le qualità di uve per produrre questo liquore sono otto e si distinguono tra aromatiche e non, con la “Quebranta”, considerata la regina, coltivata a Ica, la culla del Pisco. In base al tipo di uva utilizzata si producono tre tipi di pisco: il puro, prodotto con un solo tipo di uva, il mosto verde, elaborato con mosto fresco non totalmente fermentato, cosiderato “super premium” e l’acholado, ricavato da una mescolanza di uve aromatiche e non, che ha una gradazione alcolica maggiore ed è di tipo “blended”.

Produzione artigianale

La produzione è totalmente artigianale e il procedimento prevede che dalla vendemmia, che avviene in genere a febbraio-marzo, venga selezionata l’uva da cui poi sono estratti i succhi e i mosti per la fermentazione e poi la distillazione in alambicchi di rame. A differenza di altre acquavite, per la distillazione del Pisco si utilizza solo succo d’uva puro e non gli scarti della produzione del vino, come accade, ad esempio per la grappa.

Storia del Pisco

Non c’è alcun dubbio sulle origini del Pisco, che nasce in Perù, come confermano le molteplici testimonianze storiche.
Prima di tutto, la parola “pisco” in quechua significa “uccello”. Già durante l’epoca pre colombiana, vi erano numerose specie di uccelli che s’innalzavano lunghe le baie attorno al porto di Pisco, e sui cieli di Ica e Nazca, proprio i luoghi dove per la prima volta fu prodotto il pisco. Contemporaneamente, “piscos” o “pishcos” erano una casta di esperti vasai nativi della regione di Pisco e Ica che dominarono l’arte di trasformare l’argilla in grosse giare molto simili a quelle che più in là furono chiamate, “pisco Botijas”, o semplicemente “piscos”.

Il nome della bevanda

Il nome di questa bevanda è certamente legato anche al porto di Pisco, fondato nel secolo XVI rendendo così inconfutabile l’origine di questo prodotto. Esiste una carta geografica del 1574 in cui si dimostra l’antichità del luogo di Pisco, situato nella costa della regione di Ica. Questa località, assieme ad altre regioni di Ica, era già nota per la coltivazione dell’uva, che si era adattata egregiamente al suolo e al clima calido, dando luogo posteriormente alla nascita del vino e del pisco.
L’uva fu portata in Perú dalle Canarie in occasione della fondazione della città di Lima (1535), per fornire la Chiesa di vino per la celebrazione della messa e per la tavola dei conquistatori e rappresentanti della Corona Spagnola. La produzione fu così abbondante che l’esportazione fece subito concorrenza ai vini spagnoli, tanto che fu proibito l’ingresso in Spagna. Da qui nacque l’idea di iniziare la distillazione del mosto d’uva. Verso il principio del secolo XVII si cominciò a produrre il pisco, che ottenne un’immediata notorietà raccogliendo apprezzamento per il suo gusto raffinato. In seguito i gesuiti iniziarono la produzione e la vendita in grande scala e non solo in Perù, ma in altri luoghi di dominazione spagnola. Antiche botteghe disseminate lungo la costa sud del Perú testimoniano la produzione di pisco e vino.

Il Pisco Sour e Victor Morris “El Gringo”

Il Pisco Sour, uno storico cocktail protagonista nei bar di tutto il mondo
E’ il drink più famoso a base di pisco e le sue origini sono attribuite a Victor Morris, immigrato americano di Salt Lake City che si trasferì in Perù nel 1913. Dopo un iniziale periodo passato a lavorare per la Cerro de Pasco Railroad, Victor aprì il Morris Bar nel pieno centro di Lima che divenne in pochissimo tempo luogo di ritrovo alla moda per l’alta società peruviana e degli stranieri di lingua inglese.
Morris, soprannominato “El Gringo” – come spesso accadeva a molti occidentali – provò a valorizzare il distillato locale creando una variante del Whiskey Sour, cocktail nato anch’esso in Perù. E con il Pisco Sour fece centro, grazie anche all’influenza dei visitatori americani che durante il Proibizionismo ebbero modo di apprezzare particolarmente il bere miscelato esotico e non statunitense.
Alla morte di Victor Morris, nel 1929, il Morris Bar chiuse i battenti dopo 13 anni di attività ma il suo Pisco Sour continuò a diffondersi in tutta Lima fino a divenire la bevanda nazionale del Perù, dove ogni anno si festeggia addirittura una festa nazionale il primo Sabato di Febbraio

La ricetta del Pisco Sour

Ma come si prepara ? La ricetta del Pisco Sour variò diverse volte prima di giungere alla sua versione definitiva: probabilmente perfezionata negli anni Venti da Mario Bruiget, bartender del Morris.

Ingredienti

3 bicchierini di Pisco puro
1 bicchierino di sciroppo di zucchero
1 bicchierino di succo di lime fresco
1/3 bianco d’uovo
Ghiaccio e amaro d’angostura
Per la preparazione si utilizza uno shaker e si serve in bicchieri medio-bassi.

Non solo Pisco per Gloria Carpinelli

La promozione della bevanda nazionale del Perù è il fiore all’occhiello dell’attività di Gloria Carpinelli D’Onofrio, ma la sua grande passione per la cucina e per il Perù vanno ben oltre il Pisco.
“ Il Perù è il Paese delle biodiversità – dice – e ci sono addirittura 80 ecosistemi diversi su 105 che sono conosciuti nel mondo. Tra montagna, costa e foresta Amazzonica si produce veramente di tutto. Da qui nasce una grande tradizione e una cultura gastronomica molto ricca, che unisce tutte queste biodiversità e tecniche di cucina”.
Ecco perché la “Signora del Pisco” , in realtà si fa ambasciatrice di questa cultura con il chiaro obiettivo di unire due mondi diversi come il Perù e l’Italia, facendo conoscere i sapori, i gusti, i profumi e i colori della gastronomia latinoamericana, anche attraverso un libro, dal titolo “Il Fiore della Cannella” https://www.ilfioredellacannella.it un’avventura editoriale volta soprattutto a “stimolare l’interesse e la curiosità per l’arte della cucina del Perù “ per diffonderla in Italia.

https://www.piscoportonitalia.com

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